Kony è malato e vorrebbe arrendersi

Il diritto di crescere

È il blog che pone l'attenzione sulle tematiche e sui diritti dei minori, che racconta quel che succede nel mondo con l'intento di dar voce a chi, ancora oggi, è invisibile. Ampliando e diffondendo la conoscenza delle problematiche legate a chi è potenzialmente esposto alla minaccia di comportamenti abusanti o inopportuni, di realtà più svantaggiate, dalla schiavitù alle violenze domestiche, dalla discriminazione ai conflitti armati, dalla povertà alla libera espressione. Perché non rimanga consegnato al silenzio e non si ripeta in futuro.
Con la convinzione che garantire i loro diritti, nel loro bisogno di crescere armonicamente come individui e come esseri sociali, non dia sollievo soltanto a chi soffre ma contribuisca anche al benessere dell'intera comunità, locale e globale.

Gabriele Paglialonga

Gabriele Paglialonga
Ho iniziato a operare nel settore umanitario nel 2004, aderendo alla missione del governo italiano nel sud-est asiatico per l'emergenza tsunami. Dal 2009 rivesto l’incarico di Coordinatore per i Diritti dei minori nella sezione italiana di Amnesty International di cui faccio parte dal 2007. Non è facile raccontare né tantomeno essere ascoltati. Essendo amante della verità, io continuerò a dar voce, da oggi, anche come blogger.

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Il diritto di crescere

Nov 22

Kony è malato e vorrebbe arrendersi

Il governo ugandese ha dichiarato già tre volte, a partire dal 1986, che l'LRA è stato sconfitto

di Gabriele Paglialonga

kony, corte penale internazionale, invisible children, bambini soldato

Da 20 anni in Uganda e nei Paesi vicini i miliziani dell'Lra (Lord Resistance Army), fanatici cristiani, compiono ogni genere di atrocità: massacri, torture, mutilazioni, stupri, saccheggi, rapimento di bambini - costretti, se maschi, a diventare combattenti, se femmine schiave sessuali - il tutto nella completa indifferenza (e ignoranza) del mondo.

Ex chierichetto, 50 anni circa, Joseph Kony, poligamo (si ritiene abbia avuto almeno 60 mogli) oggi ricercato numero due della Cpi (dopo il presidente sudanese, Omar Al Bashir) formò oltre 20 anni fa l'Esercito del Signore in Uganda. Il gruppo si ispirò al Movimento dello Spirito Santo Alice (Hsm) fondato negli anni Ottanta da Alice Lakwena, una ex prostituta che si ritiene fosse cugina di Kony, con l'idea di difendere i diritti negletti della popolazione Acholi e di imporre in Uganda uno stato "biblico" fondato sui Dieci Comandamenti. Dopo la sconfitta da parte delle truppe ugandesi del presidente Yoweri Musuveni (salito al potere con un golpe) nel 1988 e la fuga della Lakwena in Kenya, Kony ha fondato il suo movimento, l'Lra, che oggi opera fra Uganda, Congo, Repubblica Centrafricana e Sud Sudan e compie ogni genere di efferatezza nei villaggi che "visita".

La volontà di arrendersi espressa da Joseph Kony e di porre fine ad una ribellione tra le più sanguinarie e terribili in Africa è stata subito bollata come un’informazione inconsistente o forzata. Gli Stati Uniti hanno inserito il LRA nella lista internazionale dei gruppi terroristici e posto sulla testa di Kony una taglia di 5 milioni di dollari con una chiara quanto classica descrizione “Wanted. Dead or Alive” (Ricercato. Vivo o Morto). Proprio l’anno scorso una Ong americana per la difesa dei diritti dell'infanzia, Invisible Children, pur avendo “un lato imperialista” e un quasi “ricatto morale” che non indaga sulle cause del fenomeno che denuncia e non lascia molto spazio alla riflessione né all’approfondimento, ha girato un film di 30 minuti, Kony 2012, per sensibilizzare il mondo sulla schiavizzazione dei bambini da parte dell'Lra. Lo stesso Procuratore capo della CPI, parlando dal suo ufficio all'Aja, sede della Corte penale internazionale, si è mostrato solidale con la campagna di sensibilizzazione: "Il mondo reagisce giustamente quando Adolf Hitler o Gheddafi commettono crimini, ma nessuno sapeva di Joseph Kony perché lui non uccide le persone a Parigi, a Londra, in Germania o a New York. Ma a Invisible Children la faccenda è stata a cuore e hanno mobilitato il mondo".

Di opinione contraria dev’essere il Presidente Museveni. Indizi sulla probabile strategia di impedire la resa dell’Angelo della Morte ugandese sono già presenti all’interno di affermazioni ai media locali di importanti figure politiche e religiose ugandesi. La strategia sarebbe proprio quella di mantenere in vita un nemico utile per coprire altre mostruosità che la Democrazia Occidentale e quella Africana compiono in nome dei rispettivi interessi assieme alla lotta contro il gruppo estremista somalo Al Shabaab a rendere più efficace e mortale macchina da guerra dell’Africa dopo l’Angola grazie ai finanziamenti provenienti dai contribuenti americani ed europei, italiani compresi.

«La possibilità che Kony abbandoni veramente la lotta armata, esca dalla foresta e si arrenda è un sogno ad occhi aperti», afferma senza ombra di dubbio l’ex Vescovo Nelson Onono-Onweng leader religioso degli Acholi. «La notizia della resa di Kony non mi sembra basata su fatti reali. Kony non si arrenderà mai. Combatterà fino alla morte», afferma Cyprus Ayena-Odongo Oyam Parlamentare del Nord Uganda.

Se invece qualcuno si adoperasse, oltre a riuscire a consegnare Kony alla Corte Penale Internazionale, a fermare la LRA, in maggioranza composta da bambini e ragazzini famosi per la loro brutalità ed efferatezza, bisognosi di rientrare in programmi di smobilitazione e reintegrazione, prima del prossimo capodanno, sarò felice di ringraziarvi molto!

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