Frammenti Africani

Frammenti Africani è un resoconto giornalistico di tematiche complesse del Continente Africano, futuro epicentro economico mondiale, dove coesistono potenze economiche e militari, crescita economica a due cifre, guerre, colpi di stato, masse di giovani disoccupati e una borghesia in piena crescita.
Un mosaico di situazioni contraddittorie documentate da testimonianze di prima mano e accuratamente analizzate per offrire un'informazione approfondita sulla politica, economia e scoperte scientifiche di un mondo in evoluzione pieno di paradossi.

Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Frammenti Africani

Apr 1

Le Bellezze di Shangai conquistano l’Africa

Ai margini dei flussi migratori cinesi in Africa esiste una immigrazione sessuale. Decine di migliaia di prostitute cinesi si sono installate nel Continente per fare ottimi affari. Le Bellezze di Shangai, come vengono chiamate, esaudiscono i sogni del sesso esotico dei maschi africani della classe media disposti a spendere fortune per possedere carne asiatica. La prostituzione cinese in Africa è un fenomeno ancora poco conosciuto nelle dinamiche. Libera iniziativa o nuovo network della tratta delle schiave sessuali? L’unico dato certo è la sempre più insostenibile concorrenza con le prostitute africane che apre le porte a futuri scontri razziali

di Fulvio Beltrami

Nella psicologia maschile la donna di altre etnie è sempre stata ricoperta da miti di bellezza superiore, da innate capacità amatorie e trasformata in un oggetto di desiderio. La bellezza esotica ha una forte componente di attrazione sessuale nell’immaginario della libido maschile. Un meccanismo psicologico ben conosciuto dalla prostitute cinesi che hanno letteralmente invaso l’Africa Sub Shariana. Secondo stime approssimative dei diverse autorità migratorie vi sarebbero dalle 13.000 alle 18.500 prostitute cinesi sparse nei Paesi africani francofoni e anglofoni. Il fenomeno inizialmente era legato alla immigrazione maschile cinese. Attualmente circa un milione di cinesi lavorano in Africa, un terzo di loro risiedono permanentemente nel Paese ospitante e sono proprietari di immobili. Nel primo decennio del Duemila le prostitute cinesi immigravano nei Paesi africani dove maggiore era la presenza dei loro connazionali offrendo servizi a pagamento agli immigrati, spesso impiegati nella realizzazione di infrastrutture pubbliche. In ogni cantiere installato per costruire strade, ferrovie, porti e presso le piattaforme petrolifere le prostitute cinesi offrivano ai connazionali consolazioni e svago.

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Mar 18

Senegal. Avanti con i referendum costituzionali

Il Senegal è sempre stato considerato uno tra i paesi africani più democratici assieme al Ghana e alla Tanzania. I referendum costituzionali su iniziativa popolare che si svolgeranno tra due giorni, confermano questa convinzione. Primo tra i referendum: ridurre il mandato presidenziale da sette a cinque anni

di Fulvio Beltrami

Tra due giorni, domenica 20 marzo, i cittadini senegalesi sono chiamati ad esprimersi su 15 referendum di iniziativa popolare. Il più importante è quello riguardante la riduzione del mandato presidenziale da sette a cinque anni. Altri tre referendum riguardano la struttura democratica ed amministrativa del Paese. Il secondo referendum riguarda la modernizzazione del ruolo dei partiti politici per renderli più trasparenti all’interno del contesto democratico, il terzo referendum la partecipazione dei candidati indipendenti alle elezioni, attualmente monopolio esclusivo dei partiti tradizionali. Il quarto referendum riguarda la promozione dei governi locali e lo sviluppo territoriale grazie alla creazione del Alto Consiglio delle Comunità Locali, con l’obiettivo di trasferire maggior potere decisionale ed amministrativo al popolo senegalese.

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Feb 19

Lettera aperta della cantante Khadja Nin agli africani sulla situazione in Burundi

La drammatica situazione in Burundi, sprofondato nel baratro del genocidio progressivo e silenzioso ha spinto la cantante Khadja Nin, famosa e stimata in tutto il mondo, ad esporsi denunciando l’inganno degli accordi di pace di Arusha origine del male attuale: i due mandati presidenziali che permisero a Pierre Nkurunziza di prendere il potere. Un male di cui noi italiani portiamo parte della responsabilità a causa all’operato della Comunità di Sant’Egidio

di Fulvio Beltrami

La cantante di musica pop burundese Khadja Nin, residente in Belgio ha deciso di esporsi ed esporre i suoi cari rimasti in Burundi dinnanzi alle atrocità attuate dal regime FDLR-CNDD. Lo ha fatto tramite una toccante lettera aperta rivolta ai giovani africani. Partendo dalla denuncia dell’inganno sui mandati presidenziali nascosto tra le righe degli accordi di pace di Arusha (2000) di cui anche noi italiano portiamo responsabilità a causa dell’operato della Comunità di Sant’Egidio, Khadja lancia un grido d’allarme per le violenze che si succedono quotidianamente sotto gli occhi indifferenti del mondo. Lancia però anche una speranza che risiede nella gioventù burundese, in prima linea nella lotta contro la tirannia e la gioventù africana in generale che rifiuta di tradire e odiare.

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Gen 15

Traffico di esseri umani. Le moderne navi negriere

Esistono similitudini sconcertanti tra la tratta degli schiavi africani del XVI secolo e il traffico di esseri umani dei nostri giorni. I moderni mercanti di uomini usano le stesse tattiche di trecento anni fa e sono guidati dalla stessa mentalitá come se, per loro, si fosse fermato il tempo

di Fulvio Beltrami

L'espressione tratta degli schiavi africani si riferisce al commercio di schiavi di origine africana attraverso l'Oceano Atlantico fra il XVI e il XIX secolo. La pratica di deportare schiavi africani verso le Americhe, talvolta con la collaborazione di mercanti locali, fu un elemento fondamentale della nascita e dello sviluppo delle colonie europee prima del Sud e Centroamerica e poi anche del Nordamerica. Lo schiavismo permise la rivoluzione industriale in Inghilterra e lo sviluppo della maggioranza dei paesi europei. Si stima che il 15% degli africani morivano in mare di malattia. Un altro 30% veniva ucciso. Con l’abolizione della schiavitù da parte della Corona Britannica un mercantile trasportante schiavi su 10 era costretto a gettare in mare tutto il suo carico se veniva intercettato dalle navi di guerra inglesi. Obiettivo eliminare le prove della tratta di schiavi ed evitare l’arresto. Gli schiavi venivano legati tra di loro con lunghe catene e gettati in mare.

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Dic 26

Nasce il passaporto africano

Entro il 2020 l’Unione Africana introdurrà il passaporto unico per tutti i paesi del continente. Un progetto inserito nella Agenda 2063, che ha come obiettivo rendere l’Africa indipendente dall’Occidente creando il quarto polo economico politico mondiale realizzando così gli antichi sogni del Pan Africanismo

di Fulvio Beltrami

L’Unione Africana si è impegnata a creare un unico passaporto per tutti i paesi africani entro il 2020. Il passaporto eliminerà la richiesta di visti e aumenterà gli scambi socio culturali ed economici tra i diversi Stati del Continente. Il progetto è stato annunciato sabato 12 dicembre dal Commissario per gli Affari Politici dell’Unione Europea, il Dr. Aisha Abdullahi. Il passaporto non annullerà la cittadinanza di origine (che sarà inserita nel documento) né darà diritto a votare in un paese dove non si risiede permanentemente per almeno dieci anni. Il passaporto africano garantirà oltre al libero movimento delle persone anche la libera scelta di studiare, lavorare e vivere nel paese preferito.

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Ago 26

Congo. Casi di Ebola in Equatore

Il ministro congolese della Sanità dichiara casi di Ebola in Equatore. In teoria solo due infetti fino ad ora registrati, non collegati con l'epidemia in atto in Africa Occidentale. Purtroppo regna confusione sul numero reale delle persone contaminate e mancanza di assistenza causa il budget ridotto per la sanità, mentre il presidente Kabila autorizza un 3% di aumento straordinario del budget destinato alla difesa per comprare nuove armi

di Fulvio Beltrami

L’Istituto nazionale di ricerche biomedicale di Kinshasa attesta due casi di Ebola a Djera, distretto di Boende nella provincia dell’Equatore. Il ministro della Sanità Félix Kagange ha confermato il 24 agosto scorso la presenza dell’Ebola sul territorio congolese durante una riunione d’emergenza sanitaria. Secondo il ministro i casi di ebola registrati a Djera non hanno alcun collegamento con quelli registrati nell’Africa Occidentale. Affermazione credibile visto che Djera è una delle più remote località del paese. Il settore è stato messo in quarantena, è stato allestito un centro di analisi e cura mobile nel villaggio di Lokolia, epicentro dell’epidemia. Gli aeroporti dell’Equatore sono stati dotati di termometri laser per individuare sintomi sospetti di Ebola ed è stata interdetta la caccia nel distretto per paura di nuove infezioni tramite animali selvaggi. Essendo Djera un'area remota e priva di collegamenti stradali il cordone sanitario dovrebbe essere sufficiente per contenere l’epidemia.

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Ago 1

Africa Sub Sahriana. Nuova frontiera dei prodotti occidentali a scapito dello sviluppo economico

Europa e America stanno rivalutando il continente africano considerato ora il nuovo eldorado per le esportazioni occidentali che può risolvere la crisi mondiale. Vari i progetti allo studio per aumentare gli scambi economici. Progetti che potrebbero fallire causa il risveglio della coscienza africana che tende a rifiutare questa nuova forma di colonizzazione economica per avviare il processo di industrializzazione e divenire il quarto blocco economico mondiale

di Fulvio Beltrami

L’Africa Sub Sahariana è stata definita la nuova frontiera per i prodotti europei e americani. Tutte le condizioni sono riunite. Crescita economica annuale del 6% nonostante la crisi finanziaria mondiale. Previsioni di crescita per il prossimo quinquennio del 7% con punte del 8% per Ghana, Kenya e Nigeria. Un ceto medio borghese emergente con disponibilità finanziarie equiparabili al ceto medio occidentale e con il desiderio di raggiungere un lifestyle europeo. I settori commerciali che possono assorbire le esportazioni occidentali sono: educazione, agricoltura, chimica, infrastrutture, trasporti, edile, alimentare, vestiario, tecnologico e automobilistico. “Se un investitore europeo è attivo e ambizioso non deve sottovalutare l’Africa che sta diventando il più grande mercato mondiale del futuro, destinato ad equagliare quello asiatico”, afferma Mark Simmonds, Sotto Segretario di Stato per gli Affari esteri del Commonwealth durante una conferenza di investitori inglesi tenutasi una settimana fa in Manchester, Gran Bretagna. Conferenza a cui il governo inglese ha partecipato attivamente inviando rappresentanti del dipartimento internazionale dello sviluppo, del dipartimento delle esportazioni e dei ministeri del commercio e delle finanze. La conferenza ha individuato cinque paesi a cui concedere un’attenzione particolare: Angola, Costa d’Avorio, Ghana, Mozambico e Tanzania grazie alle loro ottime performance economiche.

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Lug 17

Europa. La fobia del negro e il tramonto di una civiltà

Un manifesto razzista della Lega che gira in rete esprime involontariamente l’incapacità occidentale di adattarsi alle nuove sfide della globalizzazione. Mentre l’Europa viene trasformata in una fortezza il sud del mondo, libero da pregiudizi razziali, sta emergendo sulla scena mondiale come principale attore economico e politico. Il razzismo occidentale diventa sempre più un'illogica difesa di prestigi e privilegi ormai tramontati

di Fulvio Beltrami

Preso dall’attualità del Continente, ogni tanto getto l’occhio sulle notizie italiane, patria che mi diede i natali e quindi amata. Guardando in giro ho visto questo manifesto propagandistico di “Stopclandestini” dove si informava che un poliziotto aveva contratto la tubercolosi da un immigrato e si accusava il governo di non pagargli le cure. Sono in Africa dal 1993 e non mi è ancora capitato di venir accusato di essere portatore di malattie. Eppure sono anche io un immigrato. Il problema non risiede nel manifesto, evidentemente grottesco e demodé, ma in tutti i nostri connazionali che approveranno il messaggio, anzi lo condivideranno. Un mio amico ugandese ha commentato: “Sono ancora li a difendere la loro razza quando l’Europa sprofonda nei debiti e nel caos. Quando si sveglieranno e cercheranno di immigrare qui in Africa per cercar lavoro (come già in tanti fanno) saremo noi ad accusarli di averci trasmesso la tubercolosi e di riservagli identico trattamento ospitandoli in case d’accoglienza speciali”.

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Lug 5

Se non combattete avrete l'opportunità di impugnare la penna e scrivere

Il recente conflitto in Sud Sudan viene spesso dipinto come etnico, nonostante le chiare ragioni economiche dettate dai giacimenti petroliferi. Sembra che tutti i sud sudanesi siano coinvolti. Al contrario la maggioranza della popolazione non vuole la guerra, come testimonia il commento di questo studente universitario

di Fulvio Beltrami

Miei cari compatrioti sudanesi, permettetemi di darvi un consiglio sulla guerra impostaci dal nostro presidente Kiir, quello che abbiamo votato nelle elezioni del 2010 e che doveva far nascere una grande e prospera nazione. La crisi è scoppiata senza che noi ci rendessimo conto e ora siamo costretti ad osservare impotenti la distruzione del nostro giovane paese. Ma questa guerra non è voluta né desiderata da noi giovani. A dimostrazione di quanto affermo, osservate l’alta percentuale di giovani che si sono rifugiati presso le basi Onu invece di combattere il “nemico” cioè i loro fratelli. Al posto di imbracciare il kalashnikov impugnate una penna e scrivete le vostre storie vissute a causa dei questa illogica guerra. Farete un servizio alla nazione e sarete considerati più patrioti dei vostri coetanei che combattono in una delle due fazioni in lotta. Purtroppo per noi, in questa guerra, non si può essere neutrali. Declinando il dovere di documentare le atrocità, ci si rende inevitabilmente responsabili.

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Giu 19

Francia. Poliziotti indagati per aver pubblicato foto razziste su Facebook

Cinque ufficiali della polizia francese sono oggetto di un'indagine della magistratura parigina per aver pubblicato su Facebook alcune foto di una festa privata dove si erano travestiti da africani. L'episodio ha ricevuto la condanna dell’opinione pubblica evidenziando il ruolo di Facebook ormai considerato un media opinion maker

di Fulvio Beltrami

Periferia di Parigi. Una sera come tante altre tra amici che decidono di divertirsi un po’ organizzando un “Nigger Party”. Cinque cittadini francesi si travestono da Africani dipingendosi la faccia di nero con il lustro da scarpe. Fin qui nulla di male. Una bravata come tante per spezzare la monotonia. Il problema nasce quando le foto del party vengono pubblicate sulle loro pagine Facebook. Le foto, che sono una parodia dei luoghi comuni occidentali del “buon selvaggio africano”, ottengono un'ottima audience, i “Like” crescono a dismisura così come i commenti di amici e conoscenti. Le foto diventano rapidamente famose e attirano l’attenzione di Claudy Siar, un responsabile dell’uguaglianza delle razze e attivista antirazzista francese che le replica sulla sua pagina Facebook denunciando il lato razzista dell’iniziativa e rivela l'identità dei goliardici amici: un gruppo di ufficiali della polizia francese.

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Giu 8

Zimbabwe. Una pratica di piacere sessuale ad alto rischio sanitario

Il Mishonga Weku Thigtena è un antica pratica sessuale per rendere più attraente la donna in Zimbabwe. Recenti studi dimostrano che è una tra le principali cause del tumore cervicale e il governo sta studiando una campagna di sensibilizzazione nazionale contro la pratica antica di millenni

di Fulvio Beltrami

Nello Zimbabwe è pensiero comune che la vagina deve essere stretta e secca per aumentare il piacere dell’uomo durante i rapporti sessuali. Almeno il 48% dei Zimbabwani preferiscono avere dei rapporti con donne che rendono la loro vagina stretta e secca secondo un recente sondaggio del quotidiano New Zimbabwe. Questo risultato si ottiene utilizzando un speciale trattamento con erbe selvatiche denominato Mushonga Weku Thigtena (MWT). Il trattamento è normalmente praticato nelle case private. Dal 2012 vari saloni di bellezza e negozi di parrucchiera delle maggior città del paese offrono il Mushonga alla loro clientela femminile registrando un considerevole aumento del volume d’affari.

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Apr 5

Africa. Disoccupazione giovanile e false soluzioni

La disoccupazione giovanile in Africa ha raggiunto livelli preoccupanti nonostante l’ultimo decennio di crescita economica e diminuzione della povertà assoluta, creando rischi di tensioni sociali e rivolte. Banca Mondiale, propone false soluzioni

di Fulvio Beltrami

I Paesi Africani corrono il rischio di rivolte popolari e rivoluzioni se non sarà al più presto risolto il problema della disoccupazione giovanile. Nonostante il progressivo sviluppo economico e la diminuzione della povertà, milioni di giovani sono esclusi dal mercato del lavoro. La loro esclusione crea la vulnerabilità verso i fenomeni criminali e a vere e proprie sommosse popolari.

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Mar 28

Radio Machete. Il ruolo dei media nel genocidio ruandese. Prima Parte

Il prossimo aprile il Rwanda si appresta a commemorare il ventesimo anniversario del Olocausto. Durante i 100 giorni del genocidio ruandese dove perirono un milioni di tutsi e hutu moderati, l’emittente radiofonica Radio Mille Colline, nota anche come Radio Machete fu il più sinistro esempio di come i media possono favorire lo sterminio di massa

di Fulvio Beltrami

Oggi domenica 19 giugno 1994. Sono le 16.22 nel bunker della RTLM. Avviso a tutti gli scarafaggi in ascolto! Il Rwanda appartiene a coloro che lo difendono realmente. E voi , scarafaggi, voi non siete ruandesi. Tutti ora si sono sollevati per combattere questi scarafaggi. I nostri militari, i giovani, i vecchi, perfino le donne. Gli scarafaggi non avranno scampo. La nostra fortuna e’ che I tutsi non sono numerosi. Avevamo stimato che fossero il 10% della popolazione. Ormai sono solo l’8%. Rallegriamoci, amici miei! Gli scarafaggi sono stati sterminati! Rallegriamoci, amici miei. Dio non e’ mai ingiusto. Se sterminiamo definitivamente gli scarafaggi nessuno al mondo ci verrà’ a giudicare”.

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Mar 19

Africa. Guerra e minerali. L’inganno Europeo

La Commissione Europea ha varato una legge contro il traffico di minerali provenienti da Paesi in conflitto. Presentata come un progresso per la pace, la legge é debole sul piano giuridico, lasciando troppa libertà alle multinazionali minerarie europee. Dure critiche dalle associazioni internazionali e da esperti africani

di Fulvio Beltrami

Il 38% dei conflitti attualmente in corso in Africa sono collegati al controllo dei minerali e idrocarburi: Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centro Africana e Sud Sudan sono gli esempi più eclatanti.

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Mar 6

Marocco. Emancipazione femminile nella… criminalità

Negli ultimi anni in Marocco, la condizione della donna è migliorata notevolmente. La parità dei sessi è ancora lontana, ma l’universo femminile ha comunque consolidato la sua forza. In un settore insolito le donne sembrano prevalere sugli uomini: la criminalità. Lo rivela una inchiesta del quotidiano marocchino Assabah che ha destato un forte dibattito nel Paese

di Fulvio Beltrami

In Marocco dagli anni Sessanta a oggi si è registrato un miglioramento della condizione femminile. Le donne si sposano in media a ventisette e non a diciassette anni, come avveniva nel 1960, hanno interrotto la schiavitù riproduttiva (il tasso di fertilità è sceso da 7,2 a 2,19 con uno o due figli per nucleo familiare), l’accesso all’educazione è nettamente aumentato: il 60% delle donne hanno un diploma di scuola superiore e il 52% la laurea. Anche nel mondo del lavoro la presenza femminile è ora significativa anche se esiste la discriminazione salariale. Il 20% dei Magistrati sono donne.

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Feb 22

Marocco. Il Movimento 20 Febbraio

In Marocco il movimento studentesco scende in piazza per chiedere l’applicazione delle riforme sociali e politiche mai attuate dalla Monarchia. Il movimento sta crescendo e potrebbe trasformarsi in una Primavera Araba. Il Re Mohammed VI potrebbe non riuscire a contenerlo come fu per i movimenti popolari del 2011 e il 2012

di Fulvio Beltrami

20 febbraio 2014. Rabat. Migliaia di studenti hanno indetto un'imponente manifestazione nella capitale del Regno del Marocco per protestare contro il Re Mohammed VI.

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Feb 7

Usoni. L’Africa come unica speranza di vita

Un serial fiction keniota descrive un mondo alla rovescia dove milioni di disperati fuggono da un’Europa in rovina per tentare di rifarsi una vita in una Africa sviluppata e ricca. La fiction è ambientata nel 2063. Il fenomeno sembra già iniziato ai nostri giorni e coinvolge anche molti nostri connazionali spesso in situazioni illegali e precarie presso vari paesi africani tra cui l’Uganda

di Fulvio Beltrami

2033. L’Europa è devastata da ormai trentanni di crisi economica e sociale e da un inquinamento totale dell’aria e delle falde idriche. La disoccupazione ha raggiunto livelli allarmanti, condannando milioni di persone alla povertà assoluta. L’Unione Europea si è disintegrata e sono ritornati i nazionalismi. Nel disperato tentativo di contenere le rivolte vari paesi hanno instaurato dittature fasciste che si concentrano sulla repressione interna non avendo le risorse finanziarie necessarie per attuare guerre imperialiste. L’unica salvezza e speranza di vita è l’Africa, divenuta un continente industrializzato dominato da tre potentissimi blocchi economici che controllano, assieme all’Asia, l’economia mondiale.

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Gen 16

Somalia. Al-Shabaab interdisce l’internet

Il gruppo terroristico somalo Al-Shabaab ha lanciato un ultimatum contro i provider di internet operanti in Somalia invitandoli a chiudere la connessione alla rete se non vogliono subire punizioni capitali. L’ultimatum è stato lanciato dalla pagina Facebook gestita dal gruppo terroristico. Il famoso social network è messo sotto accusa da vari Paesi Africani. Troppe pagine incontrollate che disseminano odio etnico, ideologie di estrema destra, terroristiche e genocidarie

di Fulvio Beltrami

Il gruppo islamico somalo Al-Shabaab, legato ad Al-Qaeda, ha lanciato un ultimatum ai provider di internet ordinando di fermare l’accesso in rete ai cellulari e tramite le fibre ottiche entro 15 giorni.

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Gen 16

Pechino – Tokyo la guerra fredda si trasferisce in Africa

La guerra fredda tra Cina e Giappone per l’egemonia in Asia si trasferisce nel continente africano. Entrambe le potenze asiatiche sono intenzionate a conquistare il controllo delle materie prime africane tramite una lotta diplomatica senza esclusione di colpi e un'accesa gara ai finanziamenti bilaterali. Una guerra fredda di cui i paesi africani potrebbero abilmente pensare di sfruttare al loro vantaggio

di Fulvio Beltrami

In questo primo mese del 2014 il continente africano è stato marcato da due avvenimenti significativi: il tour diplomatico del ministro cinese degli Affari esteri: Wang Yi, dal 6 al 11 gennaio, e dal tour diplomatico del primo ministro Giapponese Shinzo Abe, dal 10 al 13 gennaio.

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Gen 15

Africapitalism La trasformazione di un Continente – Parte Seconda

L’economista nigeriano Tony O. Elumelu ci aiuta a comprendere la messa in pratica della nuova dottrina economica da lui fondata: l’Africapitalism, capace di tracciare le future strategie per rendere il continente africano uno tra i principali blocchi economi mondiali. Una dottrina a cui il presidente Barack Obama sembra voler aderire con entusiasmo

di Fulvio Beltrami

L’Africapitalism è una dottrina economica che non può essere realizzata in un clima di isolamento o attraverso politiche nazionalistiche e protezionistiche. Necessità di una collaborazione tra i vari blocchi economici esistenti o parte di essi assieme alle principali istituzioni politiche e finanziarie internazionali quali Unione Africa, Banca Mondiale, Banca Africana per lo Sviluppo, Fondo Monetario Internazionale.

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