conseguenze economiche coronavirus

Aumentano le dimissioni volontarie di genitori

difficile conciliare lavoro e vita genitoriale

Nel corso del 2019 le dimissioni sono aumentate del 4% rispetto all’anno precedente. La mancanza dei nonni e i costi degli asili e di baby-sitter sono le maggiori cause delle dimissioni dei neo-genitori. – afferma Cristina Lodi

di Francesca Camponero

Mamma che lavora da casa
Mamma che lavora da casa

Le conseguenze economiche del coronavirus sono state più pesanti della pandemia: in Italia oltre 38.500 nuovi poveri. Pensate che è raddoppiato il numero di italiani che per la prima volta si rivolgono ai centri di ascolto e ai servizi delle Caritas. In tutto il mondo, secondo le proiezioni del World Food Programme, il numero di persone sull'orlo della fame è destinato a raggiungere quota 230 milioni.

Una fisiologica conseguenza del lungo lockdown deciso in Europa, negli Stati Uniti, in Cina e in Giappone. Il Covid-19 da una parte ha mandato in tilt i sistemi sanitari nazionali, dall'altra ha paralizzato l'economia globale che è ora fortemente compromessa.

Ebbene purtroppo in questi giorni si ha anche conferma di un altro fenomeno in aumento che denota un altro grosso, ma non nuovo problema nel mondo del lavoro: le dimissioni volontarie di neo-genitori, in particolare delle mamme, che non riescono più a conciliare i nuovi tempi del lavoro con la vita genitoriale.

E ’ Cristina Lodi, Capogruppo PD Genova a denunciare questo incalzante e allarmante fenomeno.

“Nel corso del 2019 le dimissioni sono aumentate del 4% rispetto all’anno precedente. La mancanza dei nonni e i costi degli asili e di baby-sitter sono le maggiori cause delle dimissioni dei neo-genitori. A queste si aggiunge l’impreparazione delle aziende nell’andare incontro alle esigenze di questi lavoratori. – afferma la Lodi - La maternità è una scelta importante ma deve essere sostenuta e supportata da strategie che coinvolgano le istituzioni a tutti i livelli.

Cristina Lodi
Cristina Lodi

Personalmente tengo molto a questo tema e sto partecipando a gruppi di lavoro nazionali tra i quali quello coordinato da Titti Di Salvo con LED, il quale ha come obiettivo quello di portare alla luce il rapporto tra occupazione femminile, gender gap, denatalità e scelta alla maternità, o alla paternità, e di proporre soluzioni che possano favorire l’incontro tra le domande delle lavoratrici e dei lavoratori, le risposte della politica e le iniziative legislative.

Credo che non ci si debba arrendere all'evidenza e l’emergenza coronavirus temo ci ritornerà dati ancora più pesanti. Non è solo una questione di genere ma di civiltà in un Paese europeo nel 2020. – continua la Capogruppo PD Genova - Va innanzitutto denunciata questa realtà e non darla per assodata e vanno costruite politiche ancora più capaci di sostenere le donne e gli uomini, la maternità e la paternità e le aziende trovando un modo per costruire sinergie con strumenti nuovi come la smart working che va riempito di strumenti per poter essere consolidato”.

Giovedì 25 giugno 2020