LE RIFLESSIONI DI VINCENZO PUNZO

Nella Via Crucis il Senso di una Tradizione

Un richiamo a fronte di segnali allarmanti

La scristianizzazione e la secolarizzazione avanzano perché le comunità cristiane a volte hanno staccato la croce, non dai muri, ma dalle proprie vite, dai propri volti e per questo sono diventate trasparenti, insignificanti...

di Vincenzo Punzo

Via Crucis
Via Crucis

La scristianizzazione e la secolarizzazione avanzano perché le comunità cristiane a volte hanno staccato la croce, non dai muri, ma dalle proprie vite, dai propri volti e per questo sono diventate trasparenti, insignificanti. Incapaci di mostrare al mondo lo scandalo-grazia del Crocifisso, quello con la C maiuscola...

TRADIZIONE CRISTIANA

IL SANTO SEGNO DELLA VIA CRUCIS

Alcuni cenni storici della Passione e morte di nostro Signore Gesù Cristo e della Via Crucis che nella forma attuale è di 14 stazioni.

Siamo in Oriente a Gerusalemme, dove i primi cristiani nell’avvicinarsi alla santa Pasqua, volendo far memoria della passione e morte di Gesù, percorrevano la via percorsa da Gesù, quando carico della croce fu condotto dal pretorio di Ponzio Pilato al monte del calvario per essere crocefisso: in ogni luogo, che ricordava un episodio della passione i pellegrini facevano le loro stazioni secondo l’antico linguaggio della chiesa e si fermavano a meditare.

Uno dei primi opuscoli o libretti della via crucis fu ideato e realizzato dal gesuita Adriano Parvilliers in missione in Terra Santa dove emergevano diverse tracce di stazioni forse 7-12-13-18. La via crucis arriva in Occidente, esattamente in Italia a San Miniato a Firenze, nel 1630, quando un frate francescano, Salvatore Vitale di origine sarda, al ritorno dalla sua missione in Terra Santa portò con sé alcuni di questi libretti e li fece elaborare nel convento di San Damiano (FI) delle dame del Signore, poi chiamate clarisse mentre oggi si chiamano suore di clausura.

Questo nuovo libretto del pio esercizio ebbe una rapida diffusione dovuta a San Leonardo da Porto Maurizio (Liguria) che andò a Roma e lo presentò, nel 1750, a Papa Benedetto XIV al quale piacque e si svolse quindi la prima Via Crucis nel Colosseo di Roma. Ebbe quindi una grande diffusione, prima nelle chiese francescane e in seguito, dopo circa 100 anni, in tutte le chiese dell’Occidente.

Sorse contemporaneamente l’esigenza di raffigurare pittoricamente gli episodi della passione, infatti molti artisti, nel corso dei secoli, hanno contribuito con numerose opere.

Torniamo però alla condanna a morte di Gesù.

Essa fu decisa da tutto il sinedrio che istigò il popolo d’Israele a chiedere al procuratore romano Ponzio Pilato di eseguire la condanna. Pilato si oppose a questa condanna dicendo: -non ho nessun elemento di accusa contro quest’uomo-, ma la voce del popolo mai come allora fu sovrana. Pilato replicò con la fatidica frase: -siete stati voi a condannare Gesù il Nazareno, io me ne lavo le mani-. E dette la motivazione della condanna: -Iesus nostro signore re dei giudei- frase che troviamo incisa sulla croce in 4 lettere scritte in aramaico, in greco, in latino, in italiano (I.N.R.I.)

Alla motivazione della condanna di Gesù si opposero gli scribi e i farisei dicendo che era una motivazione troppo onorifica per un simile uomo.

La via crucis di Gesù inizia proprio dalla Cappella Flagellazione sita vicino al palazzo di Ponzio Pilato fino a fuori le mura di Gerusalemme, lungo un percorso di circa 1000 mt, fino al punto dove Gesù spirò sulla croce. Così si adempirono parte delle profezie catastrofiche del profeta Geremia.

La via Crucis è una celebrazione del pio esercizio, cioè la possono fare tutti, essa si svolge principalmente nel periodo di quaresima in tutte le chiese cattoliche del mondo e nei loghi di culto dove vi sono fisse le 14 stazioni.

Vincenzo Punzo

Martedì 8 ottobre 2019