Milano- Fuori salone

Il Salone chiude, nuovi e giovani talenti

al Ventura Future di Via Tortona

Nel grosso stabile di via Tortona destinato a Ventura Future ecco che è stata data visibilità a designer e brand emergenti così come ai lavori di studenti di prestigiose scuole di design

di Francesca Camponero

Le piante nere di Soundscape
Le piante nere di Soundscape
Il radiatore di EddyBoy
Il radiatore di EddyBoy
Home is a Home
Home is a Home
La lampada da tavolo Suck my Dik
La lampada da tavolo Suck my Dik

Il Salone del Mobile di Milano si è chiuso ieri, domenica 14 aprile e come sempre si è dimostrata una manifestazione glamour capace di riempire la capitale economica d'Italia di visitatori che vengono da tutto il mondo e soprattutto di giovani.

E sono proprio i giovani che scelgono per lo più di far visita a quello che è denominato Fuorisalone e che in Via Tortona ha il suo concentramento più importante. Qui abbiamo trovato Ventura Projects che questo 2019 compiva dieci anni e, in occasione del Fuorisalone, ha festeggiato questo importante anniversario con una nuova location presso gli spazi di BASE Milano in via Tortona 54. In questo decenno di esperienza Ventura Projects ha notevolmente contribuito alla crescita e alla popolarità del Fuorisalone milanese, producendo certamente design culture, ma promuovendo anche strategie di riqualificazione urbana capaci di riattivare interi quartieri periferici.

Così nel grosso stabile di via Tortona destinato a Ventura Future ecco che è stata data visibilità a designer e brand emergenti così come ai lavori di studenti di prestigiose scuole di design, il che giustifica il costo del biglietto d’ingresso, che seppur modesto, ne ha fatto l’unica location del Fuorisalone a pagamento.

Il risultato finale è stato un ensamble stimolante in cui l’innovazione e la sperimentazione sono stati apprezzati nei prodotti finali dei vari giovani espositori, come in una mostra di arte contemporanea. All’interno dei vari piani espositivi di Base Milan si ha avuto così modo di fare piacevoli incontri e interessanti scoperte.

Nel vasto ventaglio di proposte si sono notate maggiormente quelle dell’olandese Ivo Van Den Baarcon con il brand Wandschappen, che con Soundscape, in collaborazione con Kvadrat, proponeva una ricerca sull’acustica domestica. Grandi pannelli di feltro dalle forme astratte o configurati anche come finte finestre mummificate ricoprono le superfici della casa per creare mondi ovattati estranei ai rumori della città. E oltre a questi erano esposte grosse piante sempre in feltro di colore nero. Alla domanda della scelta del nero il desiner ha risposto:”L’Olanda è un paese d’accoglienza, lo è sempre stato. E ad oggi in cui la migrazione è aumentata io con le mie piante nere dimostro che in Olanda sono tanti gli immigrati che riescono a “piantarsi” nel nostro territorio. Ecco perchè le piante sono nere, come lo è la maggior parte del colore della pelle degli immigrati”.

Ed ancora Thijmen Sterken e Max Zeinstra provenienti dal Cibap di Zwolle sempre in Olanda, scuola professionale leader in cui gli studenti di talento sono chiamati ad eccellere come futuri professionisti. Al Cibac Insegnanti professionali e didatticamente competenti incoraggiano gli studenti a usare il cuore, la testa e le mani e a svilupparsi in un ambiente di apprendimento stimolante e orientato alla pratica. Sterken ha portato in Fiera il suo “Suck my Dik”, una simpatica lampada in legno costituita da un pupazzo snodabile che ha una lampadida al posto del sesso. “ La mia lampada da tavolo vuol essere una rappresentazione della società in cui viviamo che ci succhia anima e forze, naturalmente in chiave ironica e divertente”. Zeinstra invece ha proposto il suo tavolino in vetro, legno e plasica stampata in 3D che rappresenta una cellula nervosa vista al microscopio.

Dal Belgio proveniva Eddy Boy che al padiglione Ventura Future ha esposto il suo Organic Radiator, un prodotto semi artigianale in quanto ogni elemento è unico, costituito da acciaio inox. Senza dubbio avere in casa uno di questi radiatori vuol dire sì riscaldare l’ambiente, ma anche possedere una vera e propria opera d’arte.

Non sono passate inosservate anche le tre grandi sculture mobili realizzate in tessuto bianco che si calavano come campane sul visitatore e in cui all’interno, come in una conversazione privata, si potevano ascoltare le storie di tre personaggi che descrivevano il rapporto con un oggetto a loro caro. Questa installazione era ad opera della Design School Kolding. A Home Is a Home Is a Home (questo il titolo) portava a riflettere sulla potenza di quegli oggetti - talismani che, anche se fuori contesto, ci ricordano la più intima dimensione domestica.

Lunedì 15 aprile 2019