ci sono 72 testimoni di quanto capitato a borgo san frediano

Per la morte di Magherini a Firenze

Indagati carabinieri e sanitari

Un testimone: «Non so dire in quale momento, ma sono certo che da un certo punto in avanti, quando era già a terra, il ragazzo non ha parlato più, né l’ho più visto muoversi»

di Silvia Tozzi

Il cadavere
Il cadavere
FIRENZE | I quattro carabinieri che fermarono la notte tra il 2 e il 3 marzo a Borgo San Frediano a Firenze l'ex calciatore Riccardo Magherini, e che morì dopo l'arresto, sono indagati per omicidio preterintenzionale. 

OMICIDIO COLPOSO | Sono stati iscritti nel registro degli indagati, per omicidio colposo, anche i 5 sanitari che prestarono soccorso.

IL LEGALE | L'avvocato Francesco Maresca che assiste i quattro carabinieri indagati dalla Procura di Firenze dice che «Magherini appariva fortemente alterato e i militari sono dovuti intervenire per la sicurezza sua e dei cittadini».

L'ARRESTO | L'aggressione ai danni di Magherini è avvenuta di fronte a 72 testimoni: «Un carabiniere l’ha preso per il collo da dietro. Il ragazzo non cercava di colpire nessuno, si divincolava, non voleva essere fermato». Il giovane, al culmine di un attacco di panico, ha preso a spallate i vetri di due pizzerie ed è stato arrestato. «Il ragazzo era cianotico in volto, aveva la bava alla bocca». Magherini era terrorizzato. «Ho visto un carabiniere che dava alla persona fermata almeno cinque o sei calci con il piede sinistro. Non saprei dire quanta violenza o energia ci fosse in quei colpi, di cui però ho avvertito il rumore. La persona fermata in quel momento continuava a sprazzi ad urlare e mugugnava». Un altro teste: «Mentre lui urlava ed era già ammanettato, uno dei carabinieri gli ha dato 3 o 4 pedate credo all’altezza del torace. Avendo visto i calci ho detto di fare piano, e anche altre persone hanno gridato cose simili, e questo perché il ragazzo era già immobilizzato per terra, e quindi dargli calci era assolutamente inutile: sembrava che glieli dessero come per farlo stare zitto». «Più si divincolava e più, ovviamente, i carabinieri cercavano di bloccarlo — riferisce un altro — dopo pochi minuti sono riusciti a metterlo in ginocchio: uno di loro lo teneva per il collo, un altro gli aveva preso le mani tenendole dietro la schiena, gli altri erano intorno ma era difficile dire esattamente cosa facessero in quella situazione concitata. Da quella posizione lo hanno poi bloccato con la testa piegata verso terra, a contatto di lato con l’asfalto. In questo momento lo hanno ammanettato, mentre uno dei carabinieri continuava a tenerlo alla testa, credo già in quel momento premendogli un ginocchio sul collo». 

INTIMIDATORIO | «I tre carabinieri che mi davano le spalle erano di lato al corpo di Riccardo, ed erano in piedi tranne uno, che poi si è piegato, e che mi è sembrato che si fosse messo sopra, premendogli le mani sulla schiena, e vedevo un movimento della sua gamba come a dare un calcio laterale, come se dovesse essere nascosto. Gli altri due carabinieri facevano dei movimenti delle gambe come dei calci lievi, che a me sono parsi gratuiti tanto che io ed altre persone in strada a questa violenza abbiamo detto Basta e un carabiniere ha detto Fatevi i cazzi vostri». Alcuni testi aggiungono che il carabiniere più anziano ha ordinato di «prendere i documenti» a chi protestava. 

I SOCCORSI | «Non so dire in quale momento, ma sono certo che da un certo punto in avanti, quando era già a terra, il ragazzo non ha parlato più, né l’ho più visto muoversi, sicuramente prima dell’arrivo della prima ambulanza — si legge in un verbale — Dal mezzo sono scesi in tre, uno solo si è avvicinato al ragazzo, i carabinieri e Riccardo sono rimasti nella stessa posizione». Spiega un altro testimone: «Mi ha sorpreso che quando è arrivato il 118 continuassero a tenerlo a pancia in giù. Mi ha dato l’impressione che si fossero accorti che questa persona non stava bene, ma continuavano a tenerlo a pancia in giù. Dopo qualche minuto è stato girato, sempre ammanettato. Ho visto che gli hanno toccato il collo e a quel punto hanno cominciato a fargli il massaggio cardiaco: per qualche minuto, hanno fatto queste manovre ancora con le manette. Poi gli hanno fatto delle flebo, gli hanno iniettato qualcosa — conclude il testimone — è a questo punto che hanno chiesto ai carabinieri di togliergli le manette, perché altrimenti non riuscivano a fargli queste flebo».

Mercoledì 30 aprile 2014