I preti si potranno sposare? (Seconda parte). Il movimento riformatore africano

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Fulvio Beltrami

Fulvio Beltrami
Originario del Nord Italia, sposato con un'africana, da dieci anni vivo in Africa, prima a Nairobi ora a Kampala. Ho lavorato nell’ambito degli aiuti umanitari in vari paesi dell'Africa e dell'Asia.
Da qualche anno ho deciso di condividere la mia conoscenza della Regione dei Grandi Laghi (Uganda, Rwanda, Kenya, Tanzania, Burundi, ed Est del Congo RDC) scrivendo articoli sulla regione pubblicati in vari siti web di informazione, come Dillinger, FaiNotizia, African Voices. Dal 2007 ho iniziato la mia carriera professionale come reporter per l’Africa Orientale e Occidentale per L’Indro.
Le fonti delle notizie sono accuratamente scelte tra i mass media regionali, fonti dirette e testimonianze. Un'accurata ricerca dei contesti storici, culturali, sociali e politici è alla base di ogni articolo.

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Ott 26

I preti si potranno sposare? (Seconda parte). Il movimento riformatore africano

Nonostante che i media ufficiali individuano i vescovi brasiliani come i propositori del matrimonio per il clero cattolico, la proposta proviene dal movimento riformatore africano, guidato dalla figura più controversa della storia della Chiesa cattolica del Continente: l’ex arcivescovo dello Zambia, Emmanuel Milingo

di Fulvio Beltrami

Emmanuel Milingo e Maria Sung

La Santa Sede, attraverso dichiarazioni ufficiali pronunciate da Papa Francesco e da alti esponenti della gerarchia ecclesiali tra i quali il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, sembra essere disponibile a riconsiderare l’obbligo del celibato per i sacerdoti in quanto rientrerebbe nella legge del Diritto Canonico e non nella dottrina della Chiesa cattolica, quindi potrebbe essere cambiato. Un'affermazione che nega la verità storica sull’argomento. Il celibato è in realtà un dogma della Chiesa cattolica emanato per la prima volta durante il concilio di Nicea (325 d. C.) dove si stabilì che un prete dopo l’ordinazione non poteva sposarsi e dal primo concilio Lateranense (1123 d. C.) dove si decretò che i matrimoni dei religiosi non erano validi. Appurato che il celibato non è una tradizione ma un dogma la sua abrogazione metterebbe in dubbio lo stesso concetto di dogma che è una rivelazione di Dio che non prevede modifiche in quanto volontà divina. Quali sono le motivazioni recondite che spingono gli attuali vertici del Vaticano a tentare questa difficile riforma e chi sono i veri promotori di questo terremoto all’interno della Chiesa cattolica?

Ai giorni nostri la Chiesa Romana sta affrontando una delle sue più ardue battaglie. Dopo i primi secoli di violenza e blasfema dissoluzione della morale e il successivo relativo e breve periodo di pace e sobrietà, ora il Vaticano rischia di disintegrarsi in quanto la Chiesa Romana è ritornata ad essere percepita dalla maggioranza della popolazione mondiale come un potere temporale avido e privo di scrupoli. Gli scandali dello Ior, l’appoggio all'ideologia nazista e a quella genocidaria dell'Hutu Power in Rwanda, le connivenze negli olocausti degli ebrei e dei tutsi, il genocidio degli indigeni americani compiuto dal clero cattolico, il sospetto di aver assassinato l’unico e vero riformatore della Chiesa, Giovanni Paolo I, e il diffuso quanto protetto crimine contro l'umanità, la pedofilia, sono tutti peccati che aumentano il distacco dei fedeli e potenziali tali da questa controversa istituzione temporale. Lo scrittore e storico Steve Allen, dinanzi a questo nuovo periodo di “eccessi” e “degenerazioni” ha paragonato la Chiesa cattolica all’equivalente della criminalità organizzata. Una rinomata ondata delittuosa che percorre tutta la storia protetta da una perpetua negazione dei delitti che non ha precedenti nel genere umano.

Una situazione che ha generato la necessità di rinnovamento rappresentato da Papa Francesco di cui genuinità e buone intenzioni sono ancora da verificare nonostante che la macchina della propaganda abbia già creato il mito. L’esercito della Chiesa è ormai ridottissimo. Negli ultimi dieci anni i sacerdoti sono diminuiti del 42%. Oltre 150.000 di essi hanno lasciato i volti per sposarsi di cui 25.000 nei soli Stati Uniti. Questa emorragia è talmente diffusa che il tentativo di rimpiazzare i sacerdoti mancanti o dimissionari con quelli provenienti dal Terzo Mondo è risultato vano nonostante che il Vaticano abbia dimostrato di non essere particolarmente attento nel verificare le credenziali morali di questi sacerdoti”di riserva” come nel caso dei preti ruandesi che hanno partecipato al genocidio del 1994 in Rwanda che ora celebrano messa in tranquille, protette e remote diocesi italiane.

Due anni fa la Chiesa ha lanciato una campagna mondiale per indurre i cattolici non più praticanti e i preti “spretati” a ritornare all’ovile. Essa verteva sul motto: “Tornate a casa”. Una campagna purtroppo fallita clamorosamente. È in questo contesto di sopravvivenza fisica della Chiesa Romana che si inseriscono le ipotetiche aperture al matrimonio del suo clero, assecondando la fazione promotrice che non è stata originata dal clero brasiliano ma da quello africano grazie alla organizzazione mondiale “Married Priests Now” (Preti sposati subito) fondata dall'ex arcivescovo dello Zambia: Emmanuel Milingo. L’associazione propugna una maggior duttilità delle norme che regolano il matrimonio per i sacerdoti cattolici di rito latino. Emmanuel Milingo, nato il 13 giugno 1930 a Mnukwa (Zambia) ha preso i voti nel 1958 ed è stato consacrato arcivescovo di Lusaka.

Personaggio controverso all’interno della Chiesa ha attirato l’attenzione dei media internazionali nel 2001 quando si è sposato con la coreana Maria Sung, matrimonio successivamente ripudiato ma recentemente ristabilito. Il vescovo Milingo, famoso negli anni Novanta in Italia per le sue messe di guarigione che attraevano migliaia di persone e per le sue varie apparizioni in televisioni e radio italiane, nel 2006 si è apertamente schierato contro le attuali norme del codice di diritto canonico che impongono il celibato ai sacerdoti cattolici di rito latino. Non mostrando la volontà di tornare “in comunione” con la Chiesa cattolica e non avendo dato “prove dello sperato pentimento” Milingo è stato dismesso dallo stato clericale il 17 dicembre 2009. Il termine “comunione” indica l’obbligo di ogni sacerdote e fedele di sottostare alla volontà e alla decisione del Papa, considerato infallibile dal Concilio Vaticano I.

Il movimento riformatore per abrogare l’obbligo del celibato prende origine con la lettera aperta a Papa Francesco indirizzata dall'ex vescovo Milingo e datata 15 settembre 2013. Nella lettera Milingo sottolinea un dato di fatto: “Senza preti non vi è l’Eucarestia e senza l’Eucarestia non può esistere la Chiesa.” Il calo delle vocazioni, secondo quanto scritto da Milingo a Papa Francesco, è dovuto principalmente dall’obbligo del celibato contrario alla storia dei primi cristiani a partire dagli apostoli di Gesù. La lettera prega Papa Francesco di rivedere la posizione, annullando il dogma e permettendo al clero di sposarsi. Il movimento Married Priests Now ha diffuso l’idea ed influenzato migliaia di preti e decine di vescovi e cardinali in America Latina, Africa ed Asia, costringendo il “Papa Buono” a prendere in serio esame la richiesta che proviene dalla base del clero della Chiesa romana.

Che questa apertura sia attribuita all’incontro con il vescovo brasiliano Erwin Krautler è un mera necessità obbligatoria in quanto la gerarchia del Vaticano non potrà mai ufficialmente aprire un dialogo sulla riforma di dogmi e dottrine con un ex vescovo scomunicato qual è Milingo. Un particolare curioso ma fondamentale consiste nell’impiego del termine “Chiesa cattolica di rito romano” utilizzato sia dal Santo Padre che da Milingo e tutti gli altri vescovi fautori dell’abrogazione dell’obbligo di celibato. Nel diritto canonico questo non è assolutamente un dettaglio anche se la scarsa conoscenza popolare del complicato quanto misterioso universo legale della Chiesa cattolica impedisce di comprenderne significati e realtà. Nonostante che Papa Innocenzo IV decretò il dogma dell'unicità della Chiesa cattolica durante il dodicesimo consiglio ecumenico denominato Consiglio Lateranense III che sancisce l’esistenza di una sola Chiesa universale per i fedeli, al di fuori della quale non c’è salvezza; la Chiesa cattolica è composta da cinque distinte Chiese: quella di Rito Romano, quella Bizantina, quella di Alessandria, quella di Gerusalemme e quella di Antiochia.

Dietro a questa composizione della Chiesa cattolica si cela un'incredibile sorpresa: ad eccezione della chiesa di rito romano tutte le altre permettono il matrimonio come libera scelta del loro clero! È doveroso specificare che all’interno della Chiesa di rito romano (quella che noi conosciamo come Chiesa cattolica credendo che sia unica) non è rispettato al 100% il dogma del celibato da almeno 14 anni. La maggioranza dei fedeli cattolici non conosce che il Vaticano ha attirato a sé molti ex pastori protestanti negli Stati Uniti che sono diventati preti cattolici, permettendo loro di conservare i matrimoni precedentemente contratti. Il Vaticano provvede al supporto delle loro mogli e figli legittimi con tanto di assegni familiari. Questo sta a indicare che il dogma del celibato è stato infranto nonostante che Padre Francesco parli pubblicamente di una possibile riforma che negli Stati Uniti è già una parziale realtà.

Per chi conosce le dinamiche sociali africane non vi è nulla da meravigliarsi nel constatare che il movimento riformatore per l’abolizione del celibato nasce in Africa conquistando successivamente il clero di altri continenti. La Chiesa cattolica, nonostante la sua terribile e sanguinaria crociata contro le idee pagane delle antiche religioni africane, ha dovuto basarsi su esse per essere riconosciuta e sopravvivere dopo la partenza dei suoi protettori: gli eserciti coloniali di Belgio, Francia, Inghilterra e Portogallo. Celibato e castità nel clero africano sono rispettati solo a livello formale. In realtà la maggioranza dei preti, cardinali e vescovi africani è di fatto sposata anche se le loro mogli non vengono ufficialmente riconosciute. Inoltre il pagano concetto di poligamia è insito nella vita del clero africano che tiene relazioni anche con diverse concubine generando figli da esse.

Questo è tacitamente tollerato dal Vaticano in quanto si è constatato che i matrimoni segreti mettono al riparo il clero africano dal fenomeno di perversioni sessuali e pedofilia di cui sono vittime/carnefici i loro colleghi in altri continenti. Fenomeni che esistono in Africa ma a livelli molto rari. La necessità di contenere le perversioni sessuali originate dall'innaturale obbligo alla castità è pagata a caro prezzo dalla perdita di beni della Chiesa che confluiscono alle famiglie segrete sotto forma di proprietà immobiliari e contanti. Il Vaticano si limita a contenere le perdite finanziarie, punendo gli eccessi. La vita sessuale e sentimentale segreta in Africa non è prerogativa del clero nero ma anche di vari sacerdoti occidentali che vivono e operano nel continente. Diversi sono i missionari e preti (anche italiani) che hanno segrete relazioni con donne. Relazioni non occasionali che hanno generato prole, rendendo di fatto la loro relazione un matrimonio. L’unica differenza consiste nell’approccio a questa realtà. Mentre il clero africano vive con estrema tranquillità il suo statuto matrimoniale non ufficializzato proteggendolo con la discrezione, quello occidentale è tormentato da innumerevoli psicosi e terribili sensi di colpa originati dal concetto del peccato e dall’idea sessuofobica originata dalla famosa quanto infelice frase di Sant’Agostino: “Penso che nulla avvilisca l’uomo più delle carezze di una donna”. Annus Domini 401.

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